Vincenzo Caniglia Scrittore

11 ottobre 2024

INCIPIT… 11 “LETTURE”

Un comportamento che oggi sarebbe inaccettabile, era nei primi degli anni ’60 normalissimo: i bambini dell’età di otto, nove anni, venivano mandati dai genitori a eseguire delle piccole commissioni in giro per il paese. Io, per esempio, andavo da casa al tabaccaio a comprare le “Nazionali senza filtro” per mio padre o mi recavo dal panettiere ad acquistare il pane per la mensa familiare.

Nel paese dove sono cresciuto, la maggior parte degli esercizi commerciali si trovavano lungo il Corso e per eseguire queste piccole incombenze passavo anche davanti alle vetrine dell’unica libreria-cartoleria. Lì arrivato, mi fermavo e osservavo incuriosito i libri esposti.

A casa mia, la letteratura italiana e internazionale era ben rappresentata in una grande libreria posta nello studio di mio padre.

Io ero il terzo figlio di una grande famiglia dove la lettura era frequentemente al centro di chiacchierate durante il pranzo. La sorella e il fratello più grandi si scambiavano opinioni e critiche sui rispettivi libri che leggevano e io rimanevo incantato da questi discorsi.

Gli unici volumi per piccoli lettori erano quelli dell’Enciclopedia per ragazzi, ma nessun libro di narrativa per bambini.

Dietro le vetrine della libreria sul Corso un giorno fui irresistibilmente attratto da un libro; la sua copertina variopinta attirò la mia attenzione e lo desiderai da subito.

Il problema, non di poco conto, era che a quell’età non mi ero mai posto il problema di acquistare per conto mio qualcosa.

Rimuginai a lungo su come risolvere la questione, alla fine pensai che se facevo piccole creste sul resto che portavo a casa dopo aver acquistato il pane avrei ottenuto la cifra necessaria.

Anche se piccolissime, la mamma si accorse delle creste e prendendo alla larga il discorso, mi fece comprendere che ciò che stavo facendo non andava bene anche se era per un buon fine.

Trovammo un accordo: la mamma avrebbe contribuito con una cifra che insieme a quella che avevo già messo da parte, mi avrebbe permesso di acquistare il mio primo libro; in cambio promisi che, in futuro, sarei stato sincero con mamma senza più cercare sotterfugi.

Ricordo ancora oggi, con tenerezza, l’emozione di entrare in libreria, pagare il libro e portarlo a casa per leggerlo e rileggerlo a mio piacimento.

Il titolo del libro era: Il piccolo Elfo; di Hans Christian Andersen.

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