Vincenzo Caniglia Scrittore

13 settembre 2024

INCIPIT… 07 “MUSICA”

Fino agli inizi degli anni ’70, la RAI trasmetteva seguendo un palinsesto con cadenze fisse; ad esempio ricordo che il lunedì si attendeva di vedere dei film di successo, il giovedì, con Mike Bongiorno era la serata dei quiz, il venerdì era dedicato al Teatro e alla Lirica, il sabato dei vivaci show di varietà.

Quando dico Teatro parlo di performance di grandissimi attori come ad esempio Alida Valli, Turi Ferro, Ernesto Calindri, Salvo Randone e tanti altri che potrei nominare. Essi arrivavano con la televisione fin nei più piccoli paesi d’Italia che mai, senza di essa, avrebbero potuto conoscere la magnifica arte del teatro di qualità.

Devo la scoperta della Lirica all’interesse di mio padre che, quando avevo circa nove anni, decise che doveva trasmettermi questa sua grande passione.

Un giorno, mi chiamò dal suo studio; lo raggiunsi subito e lo trovai con il giradischi pronto a ricevere sul piatto un disco di cui sconoscevo il contenuto. Era un apparecchio essenziale, senza fronzoli, l’Hi-Fi era di la da venire; mi sedetti sulla sedia accanto al giradischi e lui mi disse:

“Vincè, venerdì, in televisione, trasmetteranno “Il Barbiere di Siviglia” un’Opera lirica di Gioacchino Rossini interpretata da due grandissimi cantanti: Tito Gobbi e Maria Callas”.

Io lo guardai avendo capito poco o niente e rimasi seduto aspettando altre informazioni. Egli continuò:

“Allora, per apprezzare lo spettacolo che vedremo venerdì, ti devo raccontare la trama dell’opera”, e mi raccontò come se fosse una favola il libretto del “Barbiere” poi mi spiegò anche una caratteristica peculiare della musica del grande pesarese, cioè il “crescendo”. Infine per darmi un assaggio prese un disco a 78 giri, lo spolverò accuratamente, lo pose sul piatto del giradischi, infine cambiò la vecchia puntina con una nuova e spostò il braccetto a bilanciere sulla prima e unica traccia del disco.

Era la Ouverture del Barbiere di Siviglia. Cominciai così, ascoltando con attenzione a essere trasportato dalla coinvolgente musica in uno stato di estasi per quello che avrei scoperto e poi apprezzato il venerdì successivo.

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